Il Paese che non ama particolarmente le spremute ma adora i succhi di frutta. E’ il nostro. E nonostante i nuovi mix veg con verdura e frutte e i prodotti a base di un solo ingredienti (spremuta d’arancia, succo di sola mela) si vadano sempre più diffondendo, la preferenza degli italiani va di gran lunga ai mix che sanno di frutta ma contengono molto altro. Edulcoranti e zuccheri compresi. Peggio va con le bevande gassate zuccherate ma qui siamo già altrove. Restando sui succhi di frutta, quanto sono sani e cosa contengono esattamente? A fare chiarezza in un mercato ricchissimo somo dei test molto recenti, considerando che gli italiani bevono in media 700 milioni di litri di succo l’anno, con crescita del 4% (dati Assobibe), pari a circa 12 litri l’anno a testa.
Cosa c’è nel brik e nella bottiglia: i test
A mettere alla prova alcune delle marche più amate e diffuse di succhi di frutta in Italia è stato il team di analisti reclutato dal Salvagente, la rivista leader nel test di laboratorio contro le truffe ai consumatori. Cosa è venuto fuori dalle analisi? Sono stati messi sotto esame 20 prodotti comprendenti succhi ed altre bevande a base frutta per valutarne la composizione, gli zuccheri aggiunti e i residui di pesticidi e micotossine. Sulla percentuale di frutta presente, si varia da un minimo del 20% (ad esempio nel caso della bevanda all’ananas e cocco di Conad) fino al 100% (come per esempio nella spremuta Skipper di sola frutta o nella spremuta di mela, limone e zenzero di ViviVerde tropicale bio). Quanti gli zuccheri aggiunti? In media, 10-12 grammi per ogni 100g di prodotto, in pratica il 10% di quel che beviamo non sono zuccheri della frutta. Tra i marchi “peggiori” su questo fronte, Puertosol (14g), giudizio altalenante per i succhi di San Benedetto e Conad che hanno meno zuccheri aggiunti ma più edulcoranti. Molto bene, quindi con ridottissima presenza di zuccheri aggiunti, per Rauch Bravo NaturaSì, Carrefour mela e frutti rossi, Santal Multifrutti. Giudizio negativo per i prodotti che contengono dolcificanti, come lo sciroppo di glucosio-fruttosio (presente in succhi distribuiti da Esselunga e nella linea Esselunga Smart).
Capitolo tossine e pesticidi
A proposito dei “funghi” che si possono trovare nei prodotti confezionati, come sono andati i test? In generale l’esito è stato positivo, soprattutto per quanto riguarda la patulina che per legge non può superare il valore di 50mcrogrammi per chilo (esclusi i prodotti per i bambini, con limiti ancora più severi). Ed eccoci alle tracce chimice, quelle dovute all’uso di pesticidi. Qui lo scenario è più subdolo, perché può capitare di trovare tracce sotto i limiti di legge, ma di diverse sostanze, che sommate possono dare luogo ad effetti nocivi per la salute. Il team del Salvagente segnala ad esempio Pfanner #StaiSereno in cui sono stati rilevati otto diversi residui di pesticidi. Per concludere l’analisi dei test: il fitofaermaco più ricorrente è risultato l’acetamiprid, insetticida sotto accusa per provocare la morte delle api e che, bandito in Francia, si può ancora usare in Italia. Può causare danni al sistema endocrino umano. Altro pesticida rilevato in quantità superiore ai limiti di legge è il pyrimethanil presente nei succhi Pfanner, lo si usa contro i funghi ma può squilibrare gli ormoni dello sviluppo e della tiroide. ù
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