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Amore e recitazione sono stati i protagonisti indiscussi della vita di Sandra Milo, scomparsa oggi all’età di quasi 91 anni. “All’inizio della mia carriera, quando ero ancora molto ingenua su realtà e finzione, mi rifiutavo di dare un bacio a Tognazzi in una scena di “Totò nella luna”, tanto che lui durante la pausa pranzo venne ad assicurarmi che si lavava i denti tutti i giorni”. E uno in camerino a Federico Fellini “tanto intenso per me che mi fece svenire… io ero innamoratissima di Federico, lui ovviamente no”. Cruciale nella sua vita l’incontro con Federico Fellini. “Sandrocchia”, così viene affettuosamente soprannominata dal regista, è protagonista di due capolavori, “8½” del 1963 e “Giulietta degli spiriti” del 1965. “Per me vogliono dire poco i 30 anni della morte di Federico perché è come non se ne fosse mai andato, io ogni tanto ci parlo e mi sembra che mi risponda, che sia ancora qui, presente. L’amore a certi livelli diventa eterno”. L’attrice spiega di “non essere fissata col passato ma allora c’era una diversa passione per la vita”. In quegli anni comunque non mancavano anche aspetti negativi: “per le donne belle era d’obbligo sembrare sciocche, stupide. Una donna bella con un cervello non piaceva, infastidiva. Bisognava nascondere il pensiero – sottolinea-. Poi la ragazza bella che iniziava nel mondo del cinema doveva sottostare a questo o a quello. C’era una prepotenza maschile in tutti campi. Restano per me però tempi bellissimi, c’era una grande attenzione maschile verso la donna, sentivi un senso di protezione, anche se magari non era reale a proteggere era più la donna”.
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