Per l’Italia, niente più battaglie contro l’aceto balsamico sloveno o il Prosek croato. Con l’accordo raggiunto il 24 ottobre tra i negoziatori del Consiglio e quelli della Commissione Ue, infatti, entro i primi mesi del 2024 entrerà in vigore il nuovo testo unico europeo sulle produzioni Dop e Igp, che alzerà le garanzie riservate alle denominazioni protette e rafforzerà il ruolo dei consorzi e la trasparenza verso i consumatori. «In particolare – spiega l’europarlamentare Paolo De Castro, relatore dell’Europarlamento per il nuovo regolamento Ue – verrà introdotto l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi Dop e Igp il nome del produttore, e verranno eliminate una volta per tutte quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre Ig, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o del Prosek made in Croazia». Il nuovo regolamento chiarisce infatti che le richieste di registrazione di menzioni tradizionali, come quella del Prosek, non potranno più essere prese in considerazione, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp. «Abbiamo risolto la questione dal punto di vista legislativo, scongiurando un Italian sounding fatto nei confini dell’Ue – ha specificato De Castro – ma il regolamento non è retroattivo. Quindi, per i casi ancora aperti, la decisione resta nelle mani della Commissione, che ci auguriamo prenderà in considerazione l’accordo politico raggiunto oggi con i co-legislatori e il suo valore».
L’Ue conta ormai oltre 3.600 prodotti nel suo registro della qualità, per un valore di oltre 80 miliardi di euro. Un sistema che ha continuato a crescere costantemente dagli anni Novanta, quando fu pensato dalla Ue: «Il sistema delle Dop e delle Igp è uno dei motivi per cui abbiamo un surplus negli scambi agroalimentari», ha sottolineato il commissario Ue all’agricoltura Janusz Wojciechowski, che ha anche ricordato come l’Italia sia leader in Europa per numero di registrazioni.
Con la riforma i prodotti Dop e Igp beneficeranno anche di protezione nel sistema dei domini internet, con un sistema di geoblocking immediato di tutti i contenuti illeciti. Nel caso in cui le Ig siano utilizzate come ingredienti, infine, sarà necessario informare il consorzio dell’utilizzo del prodotto. «Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso Made in Italy alimentare – ha ricordato il presdente della Coldiretti, Ettore Prandini – che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro».
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