Frutta secca. Un toccasana per glicemia e colesterolo da tenere sotto controllo, uno “sgorga arterie” indicato fra i più efficaci e una riserva di energia esplosiva ottima per veloci spuntini, a patto che non si esageri con la quantità. Peccato che al porto di Vado Ligure ne siano arrivate 20 tonnellate destinate alla vendita in Italia, ma bloccate dal personale della Dogana e dagli ispettori del ministero della Salute. Motivo? “Parti marce, presenza di rancidità, danni da insetti, larve, muffe e bave sericee” come si legge nel rapporto che ha portato al sequestro. Ma l’importatore, la Alfrus di Bari, società controllata dalla americana Pomona Farming, ha poi fatto ricorso al Tar sostenendo che le mandorle potevano essere rese commestibili con opportuni trattamenti. Quali?
Come si tratta la frutta secca prima della commercializzazione
La Alfrus ha protestato per il blocco dell’ingente carico, sostenendo nel suo ricorso che con i suoi trattamenti quella merce definita dagli ispettori colpita da “una estesa infestazione da parassiti e muffe, suscettibili di determinare un possibile danno per la salute” poteva essere recuperata, preparata, venduta e mangiata senza problemi. Per mezzo di quali tecniche? Quelle indicate dall’importatore per conto del colosso americano includono “fumigazioni, lavaggi ad alte temperature e pelatura“. Nel corso di quest’anno, Alfrus ha importato in Italia 471 partite di mandorle, sette sono state respinte e dieci sono sotto fermo. Il caso dl porto di Vado Ligure è solo l’ultimo in ordine di tempo. Ma cosa hanno deciso i giudici del Tar di fronte al ricorso?
Niente da fare, impossibile venderle
Secondo Alfrus il sequestro è stato eccessivo perché bloccava un notevole carico di mandorle che a loro dire non risultava differente da quelli invece accolti nei porti di Trieste, Salerno, Livorno e Bari. Eccessivo perché se ne avesse avuto il tempo, l’azienda avrebbe seguito questi passi prima della vendita finale: “I prodotti non verrebbero commercializzati tal quali nel canale di vendita business to consumer (b2c), e che, anteriormente alla vendita business to business (b2b), sono soggetti a lavorazioni e trattamenti idonei a eliminare qualsiasi rischio per la salute umana“. Dato che secondo i legli della Alfrus “è possibile importare mandorle di varietà U.S. Standard e qualità Serious Defects (con difetti gravi) – ovvero caratterizzate, nella misura del 5%, da difetti quali parti marce, rancidità, danni da insetti o da muffe, suscettibili di essere commercializzate tra operatori del settore alimentare”. Ma il Tar conferma il no e il blocco della merce, e per due ragioni. Primo, la bolla di accompagnamento descriveva le mandorle ammuffite e attaccate dagli insetti già con “destinazione immediata al consumo umano” senza specificare ulterori lavorazioni, sia perché i successivi controlli “hanno rilevato una contaminazione superiore ai limiti ammissibili”. Game over.
Mandorle tossiche e cancerogene: ritirati tre marchi. Come saperle scegliere
Commenti post (0)