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Food

Piattino vuoto a 2 euro, pinsa a 14: i rincari-scandalo del cibo

today8 Agosto 2023 12

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Non sono passate che poche ore dal caso del bar di Gera Lario, sul Lago di Como, che ha fatto pagare 2 euro il taglio di un toast diviso in due. Ed ecco un nuovo episodio limite nell’estate in cui sembra essersi innescata una stranissima gara di rincari del cibo e nella ristorazione mentre il grosso della gente si muove in vacanza. Il nuovo caso arriva dall’Osteria del Cavolo di Finale Ligure. Dove la richiesta di un piattino supplementare dove mettere un po’ delle trofie che una mamma voleva condividere con la figlia ha comportato l’aumento di due euro nel conto finale. Due euro per prendere un piattino e portarlo vuoto al tavolo. Conto che, come ha messo in evidenza la polemista Selvaggia Lucarelli che ha dato risalto alla storia, comprendeva già il coperto. 

La risposta che peggiora le cose

Dall’Osteria del Cavolo, sentita dal Secolo XIX, è arrivata una risposta per niente pentita su quanto accaduto: “Ho quattro tavolini fuori e se ne lascio uno da tre a persone che fanno un ordine da uno, perché primo e secondo sono praticamente per uno solo, mi dovrei preoccupare del piattino da due euro? Hanno ordinato un solo piatto di trofie al pesto e uno di acciughe fritte e hanno chiesto due piattini di condivisione per entrambi. Quindi di piattini in tutto ne hanno avuti quattro, non uno, e ne abbiamo fatto pagare solo“. Un’acrobazia verbale che non migliora le cose. Mentre prosegue l’estate dei rincari sul cibo e i servizi nella ristorazione. Da Nord a Sud e isole comprese

Parola d’ordine: pagate di più

ll recente dossier di Demoskopika, ha messo in evidenza il continuo rincaro anche dei cibi considerati più street e popolari. In Sicilia per esempio un arancino che di solito si comprava a 2 euro e 50 ora arriva a costarne 6. In Toscana le parole gourmet e bistrot sono sinonimo di bruciatura al portafoglio, così un piatto di Panzanella (cioè pane e pomodoro) può costare fino a 16 euro, a Firenze una coppetta gelato arriva a 6. Spostandosi in Sardegna, a Cagliari una pinsa romana, quella più piccola e croccante parte da 14 euro.

Pane e pomodoro a 16 euro, pizza piccola a 14: non ci si ferma più

In Liguria un pezzetto di focaccia ligure si compra a non meno di 2, 50 euro, in Romagna le piadine rincarano fino all’8% in più. L’Adoc Puglia, associazione per la tutela dei consumatori, spiega che in quella regione andare una sera al ristorante significa spendere fra i circa 40 e i 150 euro a persona. Ancora secondo Demoskopika le regioni con i maggiori rincari del costo del cibo e dei servizi turistici sono: Lazio (+9,5%), Lombardia (9,2%), Toscana (9,1%), Molise (9,1%) e Campania (9%). Secondo gli esercenti c’è chi ci marcia ma anche chi è costretto a tirare su i prezzi per l’aumentato costo delle materie prime. Da lì a far pagare un piattino vuoto 2 euro però, ce ne vuole.





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Scritto da: redazione

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