Una nuova vita, sempre sognata e cominciata tre anni fa. Con il titolo conseguito all’Alma scuola internazionale di cucina italiana e una ripartenza fra ingredienti, sapori, abbinamenti e cultura del gusto. Filippo De André viene da una famiglia il cui cognome è allo stesso tempo un mito e una responsabilità. Il giovane chef è figlio di Cristiano De André, gemello di Francesca e quindi nipote di Fabrizio De André. Famiglia di geni, famiglia con lividi da cui lo chef Filippo si è medicato creando in cucina.
Una sorella attacca, l’altra abbraccia
Non sono un mistero le tensioni tra Francesca De André che a intervalli regolare torna ad attaccare il padre. Così come non è un mistero che Fabrizia, altra sorella, non sia mai stata d’accordo con lei. Situazione di cui anche Filippo De André soffre tuttora, accade quando in famiglia non c’è pace, compresi i rapporti altalenanti con un padre, Cristiano, di cui si riconosce peraltro l’abilità artistica. Fu proprio Fabrizia De André a regalare a Filippo il primo corso di bartender, il suo ingresso ufficiale nel mondo della mixology. Da allora la cucina è diventata il grande amore e il rifugio di chef De André: anni di gavetta, raccontati in diverse interviste, anche in ristoranti stellati. Il legame con la Sardegna e la Gallura che aveva già suo nonno Fabrizio, e che mantiene suo padre Cristiano. Le lezioni di Agostino e Tonina, i cuochi de L’Agnata, la casa sarda di Faber e Dori.
Nonno Faber in cucina e il suo libro di ricette
E da una intervista sul Corriere della Sera, da chef Filippo De André arriva un’immagine inedita del nonno Fabrizio. Che regalò ai cuochi sardi un libretto scritto di suo pugno con una serie di ricette liguri. Di radici liguri e sarde è fatta anche la cucina di Filippo, dai ravioli alla genovese alla lepre in salmì, dalla frittura di piccolo pescato ai vino bianco di Portofino di cui Faber canta in Creuza de ma. Ma dall’amore di Faber per una certa cucina fatta di sughi e salse come quella francese, ecco in quella di Filippo entrare contaminazioni d’Oltralpe e perfino giapponesi. E una fusion particolare, diventata la zucca alla gallurese, con zucca scavata ripiena di formaggio e pane fatto a mano, e mescolata col cuore della zucca stessa fino a diventare un crema morbida. E chissà se anche chef Filippo De André che ama girare con passione tra i fornelli come suo nonno, alla maniera di Faber annota ogni dettaglio di cucina nel suo ricettario personale.
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