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Viagra alle donne? – Foto Ansa
Somministrare il citrato di sildenafil, cioè il Viagra, alle donne in gravidanza durante il travaglio potrebbe ridurre il rischio di cesareo d’urgenza. Nell’indagine dell’iraniana Guilan University of Medical Sciences: il farmaco adoperato per la disfunzione erettile maschile ridurrebbe quindi il rischio di sofferenza fetale.
Lo studio
Lo studio è piccolo: si basa su 208 donne in travaglio con età media di 28 anni e nel 57,7% dei casi primipare. A metà delle volontarie sono state somministrate fino a tre dosi di Viagra e all’altra metà un placebo. Nel gruppo delle donne che hanno ricevuto il Viagra solo 13 partecipanti hanno avuto bisogno di un parto cesareo d’urgenza. Nel gruppo di controllo, al contrario, sono state 27, cioè più del doppio. Evitare il taglio cesareo, specie d’urgenza, significa prevenire se non evitare del tutto le complicazioni alla donna e al nascituro legate a quello che è a tutti gli effetti un intervento chirurgico.
L’effetto sulla madre
Il citrato di sildenafil dilatando i vasi sanguigni e dunque aumentando il flusso sanguigno dovrebbe sostenere il flusso sanguigno uterino assicurando al feto più ossigeno e abbattendo i rischi di sofferenza. Che sono poi, in un numero importante di casi, la ragione del ricorso ai cesarei d’urgenza. “È noto che il Viagra abbia effetti non solo a livello dei seni cavernosi del pene ma in tutto il corpo – ha spiegato a Repubblica Maria Giuseppina Picconeri, ginecologa e membro del direttivo nazionale della Società Italiana della Riproduzione Umana e fondatrice del Nike Medical Center di Roma – non stupisce dunque che la sua attività sul flusso sanguigno si estenda ad altri tipi di tessuto, pure a livello uterino. Ed è quindi molto probabile che possa funzionare anche nei casi in cui le contrazioni vanno a ridurre in maniera evidente l’afflusso di sangue alla placenta, determinando una sofferenza fetale che in genere rende necessario un intervento cesareo d’urgenza”.
L’effetto sui neonati
L’impiego del Viagra avrebbe garantito ai bambini nati dalle madri appartenenti al gruppo che aveva appunto ricevuto il farmaco migliori condizioni di salute del neonato, come attività cardiaca, attività respiratoria, tono muscolare, reattività agli stimoli e colorito cutaneo. Tuttavia la strada per un suo impiego effettivo nelle sale parto è ancora lunga. Servono studi più ampi.
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