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Notte Taranta fra tradizione popolare e linguaggio urban-pop

today25 Agosto 2024 15

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di Ansa
  

Notte Taranta fra tradizione popolare e linguaggio urban-pop


(ANSA) – MELPIGNANO, 25 AGO – A Melpignano ieri sera è andata
in scena l’opera di fusione tra i suoni della tradizione
popolare salentina e il linguaggio urban/pop della musica
contemporanea. Una sfida per Shablo, maestro concertatore della
Notte della Taranta che ha scelto il giovanissimo Riccardo
Zangirolami a dirigere l’Orchestra Popolare.
Un dialogo costante richiamato anche dalle immagini proposte
da Galattico con il violinista di Nardò Luigi Stifani, Giovanna
Marini e Tora Marzo, dalle danze della Kameatka, tra onde del
mare e tramonti rossi. La scenografia abbagliante di un percorso
sonoro cominciato con la potente Pizzica di Aradeo che ha fatto
‘esplodere’ la piazza in un tripudio di mani e tamburelli.

“Ed è – sottolineano gli organizzatori – l’architettura sonora
dei canti di tradizione a catturare nella grande tela gli ospiti
di questa edizione con la travolgente Angelina Mango che
interpreta Su Picculina in dialetto salentino e porta sul palco
di Melpignano la determinazione della generazione Taranta”.
Sentimento condiviso con Gaia, che ha conquistato la piazza
con Mena Mena Mò.
Le due cantanti hanno ballato guidate dal coreografo Laccio
immergendosi in quadri complessi e dai colori decisi.
Con Tammurriata Nera, Ste ha confermato la capacità di Shablo
di mescolare suoni e storie musicali con l’ascolto di Lose
Control prima di regalare Taranta di Lizzano e Fuecu con
l’inconfondibile estro di Luca Faraone.
C’era ancora quel “tamburello venuto da Roma e venduto da una
napoletana” quando in scena è entrato Geolier, che ha mescolato
un’altra lingua nella tela, quella napoletana.
Le opere dell’artista internazionale Emilio Isgrò con le sue
Cancellature hanno caratterizzato la copertina del racconto
visual. Tre grandi ragni di cartapesta hanno illuminato la scena
che si è fatta rete di luci sotto la regia del direttore della
fotografia Marco Lucarelli.
E tre sono state le ore di sound intenso per i musicisti
dell’Orchestra Popolare che hanno offerto al pubblico un
caleidoscopio di strumenti tradizionali capaci di dialogare con
tutti i linguaggi della musica moderna. Tre ore di connessione
tra pizzica e movimenti urban anche nella danza e nei costumi.
(ANSA).
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di Ansa
  





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Scritto da: redazione

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