di Ansa
(ANSA) – ROMA, 24 GIU – Sfilano a Parigi le creature divine,
alate, della nuova collezione di haute couture di Schiaparelli
disegnata dal suo direttore creativo Daniel Roseberry.
Nel marzo del 1932, Elsa Schiaparelli era già ai confini tra
moda e arte e tra vita e arte. Spirito libero, era disinibita ed
era dotta di una manifesta incapacità di preoccuparsi delle
convenzioni. Come disse di lei il suo caro amico Salvador Dalí:
“Nessuno sa come si dice Schiaparelli, ma tutti sanno cosa
significa”.
Nove anni dopo, nel 1941, per il gala di apertura del ristorante
Ambassadeurs a Parigi, Schiaparelli indossò un abito dipinto da
Dunand, con una stola di piume di cigno, elegantemente avvolta
intorno alle spalle. Si trattava di un omaggio alla grande
ballerina Anna Pavlova, morta nello stesso anno, con la quale
Schiaparelli veniva spesso scambiata per i suoi capelli corti e
neri e i suoi lineamenti affilati.
Ma se Pavlova è sempre stata associata alla sua iconica
performance ne “Il Cigno Morente”, Schiaparelli è stata una
Fenice, una creatura magica il cui potere risiedeva
nell’incessante capacità di reinventare non solo sé stessa, ma
anche la moda.
La collezione celebra questo dono di Elsa Schiaparelli e della
sua alta moda sempre unica e molto glamour, nata per donne che
amano farsi notare. (ANSA).
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di Ansa
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