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‘Pump Up the Volume’, i 40 anni della musica House

today26 Maggio 2024 23

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di Ansa
  

'Pump Up the Volume', i 40 anni della musica House


(di Gina Di Meo)
(ANSA) – NEW YORK, 26 MAG – Quarant’anni fa nasceva il genere
musicale che ha trasformato la musica dance, l’House. Erano gli
inizi degli anni ’80 quando dalle discoteche di Chicago, in
Illinois, si diffondeva il sound che ha più di tutti influenzato
la musica degli ultimi decenni.
Il nome ‘House’ deriva da ‘Warehouse’, storico locale di
Windy City il cui dj resident Frankie Knuckles, soprannominato
The Godfather of House, viene considerato il creatore del genere
con il suo modo di mixare i dischi con pattern di drum machine e
vocalizzi soul.
Ma la House Music è anche un fenomeno culturale che
rappresenta unità, diversità e creatività. Nacque con lo scopo
di dare vita non solo ad un nuovo tipo di musica dance, ma anche
a spazi inclusivi per coloro che venivano sistematicamente
esclusi da altri luoghi di incontro: in particolare
afroamericani e gay erano liberi di ballare assieme in un
contesto positivo.
Dalle strade di Chicago ha catturato il mondo e soprattutto
nel ventennio d’oro, dal 1989 al 2009, sono uscite più canzoni
house che di qualsiasi altro genere musicale.

Artisti come
Whitney Houston, Mariah Carey, Janet Jackson, Madonna, Pet Shop
Boys, Kylie Minogue e Lady Gaga hanno tutti incorporato elementi
house nella loro musica.
Eppure pochi conoscono la storia che ha portato alla nascita
di questo fenomeno. A gettarne le basi fu l’avversione che si
sviluppò alla fine degli anni ’70 nei confronti della disco
music. Ciò creò un vuoto nel panorama musicale di Chicago
soprattutto per i giovani desiderosi di andare a ballare. A
questo punto entrarono in gioco musicisti emergenti come Chip E.
“Mi considero l’architetto della musica House – scrive sul suo
sito Choose Chicago, l’ente di promozione della città, in un
articolo dedicato al genere musicale e citando il dj – ho creato
una sorta di planimetria che viene ancora seguita”. Molte delle
sue canzoni, tra cui ‘It’s House’, sono considerate i primi
dischi House originali.
Man mano che il genere cominciava a definirsi, esplose il
four-on-the-floor, ossia la cassa dritta o chiodo, un modello
ritmico in cui la grancassa è colpita a ogni beat per la maggior
parte del brano. Ma ciò che distinse la musica house rispetto
agli altri generi musicali fu la sua capacità di far scatenare
le persone. “La musica House – continua Chip E. – è fatta per la
pista da ballo. Volevo che le persone muovessero il culo. Non è
fatta per ascoltarla standosene seduti”.
La musica House mette anche i dj al centro della scena e con
la loro arte del mixaggio hanno il pieno controllo della pista.
Dall’underground di Chicago, il genere diventa presto mainstream
fino ad assumere contorni globali. Nel 1987 in Europa esplode il
successo di ‘Pump Up the Volume’, il singolo, e anche unico
della carriera, del gruppo musicale britannico MARRS. In Italia
il genere comincia a diffondersi tra il 1987 e 1988 anche
sull’onda del successo di Pump Up The Volume. Tra i primi club a
proporla, il Devotion a Roma. Ma anche Napoli dove alcuni
ragazzi di colore impegnati nel servizio militare nelle basi
Nato si dilettano a fare i dj. Si passa poi ai locali
dell’Emilia Romagna e del resto del nord Italia.
Tra i maggiori esponenti del genere, Alexander Robotnick, DJ
Lelewel, DJ System e le Fun Fun, duo femminile di cui agli inizi
fece parte anche Ivana Spagna. (ANSA).
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di Ansa
  





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Scritto da: redazione

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