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Tecnologia

Questi occhiali AR olografici renderanno obsoleti gli ingombranti visori

today10 Maggio 2024 19

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Gli occhiali e i visori per la realtà aumentata hanno un difetto: sono grossi, ingombranti, pesanti e talvolta provocano mal di testa e nausea. I ricercatori dell’Università di Stanford potrebbero tuttavia aver identificato un approccio alternativo e più funzionale: occhiali dotati di imaging olografico potenziato dall’intelligenza artificiale per la sovrapposizione delle immagini 3D direttamente sulle lenti. Un oggetto nel suo complesso dalle dimensioni ridotte e facile da indossare anche per lungo tempo.

In un articolo pubblicato su Nature, gli autori dello studio – esperti di informatica spaziale – spiegano che visti da fuori gli occhiali sembrano assolutamente normali, chi li indossa invece vede “immagini computerizzate 3D a colori” sovrapposte al mondo reale.

Si potrebbe immaginare un chirurgo che indossa gli occhiali per pianificare un intervento chirurgico delicato o complesso, o un meccanico di aereo che li usa per imparare a lavorare sull’ultimo motore a reazione – Manu Gopakumar, co-autore dello studio

Il rapporto dimensioni-qualità dell’immagine 3D è eccellente, dicono i ricercatori. Per ottenere tali risultati è stato necessario superare “le barriere tecniche attraverso una combinazione di imaging olografico potenziato dall’intelligenza artificiale e nuovi approcci basati su dispositivi nanofonici“. Il prototipo di Stanford consente di visualizzare il mondo reale direttamente dalle lenti, e non attraverso “una approssimazione digitalizzata del mondo reale” utilizzando telecamere posizionate sulla parte esterna.

Oltre all’ingombro [dovuto alla presenza di lenti di ingrandimento tra l’occhio umano e il display, ndr] queste limitazioni possono portare anche ad un realismo percettivo insoddisfacente e, spesso, a disagio visivo – Suyeon Choi, co-autrice dell’articolo

Il team di ricercatori ha così sostituito l’approccio stereoscopico con quello olografico, migliorando il segnale di profondità con l’intelligenza artificiale (l’olografia ha storicamente avuto il problema di non essere accurata nella rappresentazione dei segnali di profondità tridimensionali). Nella soluzione implementata dall’Università di Stanford gli ologrammi computerizzati vengono proiettati direttamente sulle lenti degli occhiali, senza ottiche aggiuntive.

Piccoli display olografici […] proiettano le immagini computerizzate attraverso i motivi incisi [sulla superficie della lente] che fanno rimbalzare la luce all’interno della lente prima che venga consegnata direttamente all’occhio dell’utente. Guardando attraverso le lenti degli occhiali, questi vede sia il mondo reale che le immagini 3D computerizzate a colori visualizzate in sovraimpressione.

Come spiega il prof. Gordon Wetzstein che ha lavorato al progetto, “i display olografici non hanno mai raggiunto un grande successo commerciale, forse ora hanno la killer app che in questi anni tutti stavano aspettando“.



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Scritto da: redazione

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