Google ha ufficialmente inaugurato l’era di Gemini, il suo ultimo motore di intelligenza artificiale, ora integrato nelle app Google Search su Android che con iOS. Presentato insieme ad Assistant e Bard durante il lancio dei Pixel 8 e 8 Pro lo scorso ottobre, Gemini segna un passo avanti significativo nella strategia di Google per rendere l’assistente digitale più accessibile e integrato. Fino ad ora, l’interfaccia utente di bard.google.com — recentemente trasformata in gemini.google.com — si è dimostrata ottimizzata per i browser mobili, ma senza raggiungere una vera esperienza nativa. Google colma questa lacuna con Gemini, che su Android può essere avviato con un semplice tocco dall’icona sulla schermata principale, una pressione lunga sul pulsante di accensione, uno swipe diagonale dagli angoli dello schermo, o il comando vocale “Ehi Google”. Benché operi dietro le quinte tramite l’app Google, come per l’Assistente, l’app disponibile su Play Store funge ora da scorciatoia/icona per la schermata principale.
La novità più eclatante di Gemini è il pannello “overlay” contestuale che appare permettendo agli utenti di digitare (tastiera), parlare (microfono), o aggiungere una foto, introducendo una nuova interfaccia utente della fotocamera con la possibilità di allegare immagini e specificare un comando. Questo apre a scenari d’uso inediti, come poter fotografare un pneumatico a terra chiedendo istruzioni per la riparazione, o formulare quesiti su un articolo che si sta leggendo. Gemini non si limita alla generazione di testo e immagini, ma estende la sua utilità con le Estensioni, attingendo informazioni da altri servizi Google come Maps, Flights e YouTube. Le risposte fornite mantengono la familiarità dell’esperienza online, con la possibilità di esprimere approvazioni o disapprovazioni, effettuare ricerche Google correlate, condividere e copiare i risultati, nonché di rispondere e chiedere approfondimenti.
Sul fronte mobile, la schermata principale di Gemini replica quella web, offrendo prompt suggeriti e accesso alle precedenti “Chat”. Toccando l’avatar del profilo, si accede a Gemini Activity, Estensioni e altre impostazioni. L’utilizzo di Gemini è facoltativo e richiede un’attivazione manuale. Con questa nuova esperienza, gli utenti avranno accesso alle classiche funzionalità di Google Assistant, come il controllo degli smart home, l’impostazione di timer e la realizzazione di chiamate, con Google che promette di “lavorare per supportare più funzioni in futuro”. Per gli utenti di Pixel Buds e altri auricolari, l’Assistente Google rimarrà disponibile. Gemini richiede un minimo di 4GB di RAM ed è compatibile con dispositivi Android 12 in poi. Su iOS, Gemini si integra nell’app Google esistente, con un selettore Search/Gemini in cima al feed Discover. Il rollout di Gemini per telefoni Android e iOS è iniziato negli Stati Uniti in lingua inglese e “sarà completamente disponibile nelle prossime settimane”. La distribuzione si estenderà ad altre località in inglese dalla prossima settimana, seguita da giapponese e coreano, con “ulteriori paesi e lingue in arrivo presto”, inclusi i paesi europei.
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