“Non è la più pazza lì dentro, lei ha trovato un suo equilibrio, lei ha un suo equilibrio. Ha un’apertura verso gli altri, è grata agli altri”, Valeria Golino è rumorosa e colorata, fa la pornostar un po’ avanti con gli anni e si fa chiamare Pupa. Fa parte anche lei del cast internazionale della commedia ‘Te l’avevo detto’ di Ginevra Elkan. “Sono questi i tipi di ruolo che aspetti sempre, personaggi che ti fanno uscire da te stessa e entrare in altre realtà verso cui magari hai dei pregiudizi, ma che poi scopri di sentire più vicino, di capire meglio”, continua l’attrice.
Del film ne abbiamo parlato a ottobre (leggete qui). E’ infatti già andato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, poi passato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public e ora in sala dal 1 febbraio con Fandango. Racconta la regista: “Questo film parte dall’ansia ed è stato pensato in un’estate di grandissimo caldo in cui mi sono chiesta: cosa succederebbe se il mondo fosse sempre cosi bollente, cosa che implica costanti rallentamenti? È stato scritto poi durante la pandemia anche attraverso lunghe sedute psicanalitiche su zoom con gli sceneggiatori”, ha spiegato la regista. “È stato allora che ho sentito il bisogno di raccontare questa storia. Quell’estate mi ha ricordato la Bibbia con le sue catastrofi naturali: visioni apocalittiche, invasioni di grilli, animali allo stato brado e peccatori puniti”.
Sesso, cibo, droghe e alcol in un caldo infernale
Nel cast Valeria Bruni Tedeschi, Danny Huston, Greta Scacchi, Riccardo Scamarcio, Andrea Rossi, Alba Rohrwacher, Valeria Golino, Marisa Borini e Sofia Panizzi. I personaggi sono tutti grotteschi, in una Roma in cui sesso, cibo, droghe, alcol e religione, il tutto alimentato da un caldo infernale, raccontano un’epoca confusa. “È un personaggio apparentemente distante da me che ho interpretato liberandomi da certi pregiudizi, ma l’ossessione di Pupa per un corpo giovane a tutti i costi, la stessa voglia di sedurre, la paura di invecchiare non sono poi cose così lontane da me. Mi piaceva molto poter giocare sia con l’estetica di Pupa sia con il suo modo di parlare, le cose che dice, che sono sempre, non si capisce, uno le chiede una cosa e lei ne risponde un’altra. Diciamo che facendola mi sono accorta che mi faceva molto piacere andare da quella parte, senza i miei pregiudizi. L’ho sentito come una cosa estremamente allegra e liberatoria, sì“.
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