C’è anche tanta Italia nel nuovo record di velocità di comunicazione dei dati in fibra ottica: l’Università dell’Aquila fa infatti parte del team di ricercatori che è riuscito a doppiare quello precedente di 10,66 petabit al secondo raggiungendo per la prima volta in assoluto la velocità di 22,9 petabit al secondo.
Il gruppo di ricerca è costituito da membri del National Institute of Information and Communications Technology (NICT, Giappone), della University of Technology di Eindhoven e dell’Università dell’Aquila.
I risultati presentati alla 49° edizione della European Conference on Optical Communications di Glasgow dimostrano la possibilità di raggiungere elevatissime velocità facendo uso di un unico cavo ottico costituito da più fibre. In questi ultimi mesi sono stati fatti passi da gigante: si pensi che un anno fa il record di trasmissione dati su fibra ottica conseguito dallo stesso NICT era di “appena” 1,53 petabit al secondo.
Il team ha combinato le tecnologie Space Division Multiplexing (SDM) su larga scala e Wavelength Division Multiplexing (WDM) multi-banda. SDM sfrutta fibre ottiche multi-canale all’interno di un rivestimento comune, WDM migliora la capacità di trasmissione aumentando la larghezza di banda per ospitare più canali indipendenti.
Al fine di combinare WDM ed SDM multibanda con fibre dall’elevato numero di canali spaziali è stato impiegato un ricevitore MIMO compatibile multibanda. La capacità di trasmissione così ottenuta per singolo core è stata di circa 0,3-0,7 petabit al secondo, riuscendo a raggiungere una capacità complessiva di 22,9 petabit al secondo. Una codifica meglio ottimizzata consentirebbe di toccare i 24,7 petabit al secondo.
Questo studio dimostra la prima combinazione riuscita di WDM multibanda e SDM che impiega una fibra multimodale multicore, che è fondamentale per la realizzazione delle future reti di comunicazione in fibra ottica di altissima capacità.
Il risultato conseguito spalanca le porte verso una la realizzazione di un’infrastruttura potenzialmente in grado di gestire un traffico dati fino a 1.000 volte superiore rispetto a quello dei cavi ottici attuali.
Credits immagine d’apertura: Pixabay
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