MacBook Pro M3 riparabile fino a un certo punto. Il pensiero di iFixit

MacBook Pro con chip M3 è stato analizzato da iFixit, consentendoci di conoscere le principali differenze tra il modello da 14″ M3 e quello – sempre da 14″ – M3 Pro, entrambi presentati a fine ottobre. Un approfondimento sulla versione Nero siderale del MacBook Pro M3 Pro svela alcuni dettagli sul processo di lavorazione adottato da Apple per ottenere tale colorazione.

NOTA: MacBook Pro M3 viene proposto in argento e Grigio siderale nelle due configurazioni con M3 e in argento e Nero siderale nella configurazione con M3 Pro.

MacBook con M3 ed M3 Pro presentano alcune differenze al loro interno. iFixit ha dato anche un primo voto alla facilità di sostituzione dei componenti – 4/10 – con l’auspicio che l’azienda di Cupertino rilasci presto le guide di riparazione e le singole componenti.

Nel video che riportiamo a seguire è possibile vedere alcune immagini ai raggi X e seguire i passaggi del processo di smontaggio. Subito emerge una importante differenza tra il modello M3 e quello M3 Pro: nel primo è presente una sola ventola di raffreddamento, nel secondo ce ne sono due. All’interno di MacBook Pro 14 M3 lo spazio lasciato libero dalla seconda ventola viene occupato dalla scheda logica.

Altre differenze riguardano la presenza di una porta Thunderbolt in meno sul modello con M3, e viene evidenziato come su questo siano state impiegate due unità di memoria flash da 256GB (512GB è la capacità minima del MacBook Pro di nuova generazione): ciò consentirà di ottenere velocità maggiori di lettura e scrittura e di migliorare in generale le prestazioni.

Per il resto ci si trova davanti a componenti e sezioni modulari. Gli unici che non possono essere sostituiti dagli utenti in autonomia sono:

• lettore di SD
• porte HDMI
• Touch ID
• display: la sostituzione potrebbe creare artefatti risolvibili solo con strumenti di calibrazione usati esclusivamente da Apple.

iFixit spiega poi come Apple sia riuscita nell’intento di ottenere un Nero siderale così scuro per la scocca. Tutto è dovuto al processo di anodizzazione durante il quale viene aggiunto il colore: le minuscole protuberanze che si creano diffondono la luce con angolazioni diverse, così che all’occhio umano la tinta appare più scura di quanto sia effettivamente.

Un secondo processo di incisione genera una superficie irregolare che riduce ulteriormente la luce diretta verso gli occhi dell’utente. Il risultato è duplice: al colore scuro si aggiunge infatti una scocca resistente alle impronte in quanto la superficie a contatto con le dita viene ridotta dalle protuberanze create nei processi di anodizzazione ed incisione.