Barbie è ufficialmente il più grande successo al box office di Warner Bros, ma i pronostici di Noah Baumbach erano decisamente meno rosei: secondo il co-sceneggiatore, infatti, il film di Greta Gerwig era nient’altro che “un’idea terribile“, senza alcuna prospettiva commerciale.
Tuttavia, dopo una fase iniziale in cui proprio non riusciva a capire come “il film su Barbie avrebbe potuto essere stimolante“, soprattutto perché “non c’è personaggio, non c’è storia, non c’è punto d’accesso“, Baumbach è tornato sui propri passi. Il motivo? Una fase della sceneggiatura.
“Barbie si sveglia nella sua casa dei sogni” ha aggiunto, “esce nel cortice e incontra qualcuno che è malato e morente. Nel leggere queste pagine, ho pensato: ‘Ora capisco di cosa si tratta’. La pellicola, infatti, parla della necessità di abbracciare la propria mortalità, con tutto il caos che ne deriva. Ecco perché l’ho trovata emozionante“. Senza contare il suo rapporto con Gerwig: “Se lei credeva nel progetto, allora avrei dovuto immaginare che ci fosse qualcosa sotto“.
Basato sulla celebre serie di fashion doll della Mattel, Barbie racconta la storia della bambola stereotipo, la quale, improvvisamente preoccupata all’idea della morte, intraprenderà un lungo viaggio di ricerca interiore ed esteriore che la porterà a una nuova versione di se stessa. Nel cast ricordiamo Margot Robbie (Barbie), Ryan Gosling (Ken), America Ferrera (Gloria) e Michael Cera (Allan). Con un punteggio dell’88% su Rotten Tomatoes, il film ha incassato un miliardo e 439 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il quattordicesimo con maggiori incassi nella storia del cinema.
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