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Adesso c’è la parola fine, pochi giorni e si chiuderà definitivamente un’era. Se la trasformazione di Twitter in X è storia ormai vecchia, alcuni dei termini che abbiamo utilizzato per anni erano rimasti “ufficialmente validi” anche dopo il rebrand. Nonostante si chiamasse X e non più Twitter, il termine retweet non era solo di uso comune (Twitter, retweet e compagnia lo rimarranno, al di là di tutto, ancora per molto tempo) ma anche utilizzato in un documento ufficiale, nei Termini di servizio.
Twitter – anzi X, è l’abitudine – è pronto a voltare definitivamente pagina. I Termini di servizio in vigore dal 18 maggio 2023 il prossimo 29 settembre saranno sostituiti da una versione aggiornata che, tra le altre cose, elimina i termini residui appartenenti al passato, a un corso che si è chiuso e che non tornerà. Da quel momento in poi non esisterà più il retweet, ma il repost.
Con questa licenza ci permetti di fornire, promuovere e migliorare i Servizi e di mettere i Contenuti caricati o inoltrati attraverso i Servizi a disposizione di altre società, organizzazioni o persone per la trasmissione, la distribuzione, il Retweet, la promozione o la pubblicazione di tali Contenuti su altri supporti e servizi, come sancito nei nostri termini e condizioni per tale tipo di utilizzo dei Contenuti
si legge in un passaggio dei termini attuali. I Termini che entreranno in vigore il 29 settembre, invece, recitano così:
Con questa licenza ci permetti di fornire, promuovere e migliorare i Servizi e di mettere i Contenuti caricati o inoltrati attraverso i Servizi a disposizione di altre società, organizzazioni o persone per la trasmissione, la distribuzione, il repost, la promozione o la pubblicazione di tali Contenuti su altri supporti e servizi, come sancito nei nostri termini e condizioni per tale tipo di utilizzo dei Contenuti.
Non è l’unica modifica nel documento. Il termine Twitter è sparito quasi del tutto, una cinquantina di “Twitter” sono stati eliminati. Per il resto non sembra che nei nuovi Termini di servizio ci siano modifiche sostanziali. Tra i passaggi modificati ce n’è uno che riguarda lo scraping, cioè l’estrazione di dati da siti o portali tramite appositi software, vietato in maniera ben più esplicita ed evidente, pure a livello grafico.
Tra qualche giorno si leggerà:
Devi rispettare i termini di utilizzo accettabili dei Servizi: non è possibile accedere ai Servizi in alcun modo se non attraverso le interfacce pubblicate attualmente disponibili da noi fornite. Ad esempio ciò significa che non puoi eseguire lo scraping dei Servizi, cercare di aggirare eventuali limitazioni tecniche che imponiamo o tentare in altro modo di interrompere il funzionamento dei Servizi.
Mentre adesso c’è scritto che:
Accedere, cercare o tentare di accedere oppure cercare i Servizi tramite qualsivoglia strumento (automatico o altro) che non sia tramite le nostre attuali interfacce disponibili e fornite da noi (NOTA: entrare nei Servizi è permesso se eseguito in conformità alle disposizioni del file robots.txt, ma recuperare dati dai Servizi senza previo consenso nostro è espressamente vietato).
Musk porta dunque avanti la sua rivoluzione, nonostante i numeri e il malcontento palpabile tra gli iscritti non indicano, almeno al momento, che l’operazione sia stata un successo.
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