«In Italia abbiamo, secondo le stime, un soprannumero di oltre un milione di cinghiali e la cifra è in aumento e non in diminuzione». Ad ammetterlo è stato il commissario straordinario alla peste suina, Vincenzo Caputo, nel corso dell’audizione che si è tenuta mercoledì 28 giugno in commissione Agricoltura della Camera in merito all’evoluzione della situazione epidemiologica e alle nuove iniziative per l’eradicazione della malattia. A cinque giorni dal ritrovamento di due casi di peste suina in Lombardia, a quattro mesi dalla nomina del commissario e a un anno e mezzo dal primo cinghiale infetto scoperto a Ovada, in Piemonte, la situazione non appare dunque affatto sotto controllo.
«Contiamo, entro la prima decade di luglio, di predisporre e sottoporre il piano straordinario di cattura e abbattimento dei cinghiali», ha aggiunto il commissario Caputo. Ma gli ultimi casi lombardi spaventano particolarmente gli allevatori: se non si interviene in maniera tempestiva, ha ricordato nei giorni scorsi la Cia, si rischia la catastrofe nazionale, poiché nella regione si concentra il 50% di tutta la suinicoltura made in Italy. Se verranno stabilite le zone rosse nelle aree di ritrovamento dei cinghiali malati, infatti, sarà necessario procedere agli abbattimenti dei maiali d’allevamento che rientrano nel perimetro delineato.
«In Italia – ha ricordato Caputo – facciamo i conti al momento con la circolazione del virus in Liguria, Piemonte e, parzialmente, con una piccolissima espansione verso la Lombardia. Per quanto riguarda il Centro Italia abbiamo il focolaio della città di Roma, che risulta ancora attivo. Recentemente si è aggiunta al gruppo la provincia di Reggio Calabria, che ha fatto seguito a un caso in Campania, che ha sfiorato anche la Basilicata». La peste suina è una malattia che non colpisce l’uomo, ma poiché può passare dai cinghiali selvatici ai maiali di allevamento, è una concreta minaccia per tutto il settore suinicolo e quello della trasformazione.
Dopo i due casi nel Pavese della settimana scorsa, la Regione Lombardia ha convocato per venerdì 30 giugno la riunione per affrontare il problema e capire come muoversi. Al momento nè il dipartimento veterinario dell’Ats di Pavia né la Comunità montana hanno emesso circolari o tanto meno restrizioni.
Commenti post (0)