Recitò anche con attori come Romy Schneider, Elisabeth Taylor, Henry Fonda e Burt Lancaster. Si è spento alla vigilia del suo 79esimo compleanno
L’attore austriaco Helmut Berger è morto nella notte a Salisburgo. Ne ha dato notizia la stampa tedesca fra cui il Tageschau, che cita la sua agenzia. Secondo la fonte Berger è morto alla vigilia del suo 79esimo compleanno, alle 4 del mattino, in modo “inaspettato”. Recitò anche con attori come Romy Schneider, Elisabeth Taylor, Henry Fonda e Burt Lancaster.
Da modello ad attore
Lanciato nel mondo del cinema da Luchino Visconti, con cui ebbe un lungo legame sentimentale fino alla morte del regista nel 1976, Berger aveva interpretato alcuni dei ruoli più iconici della cinematografia di Visconti: ‘Vaghe stelle dell’Orsa’ del 1964 (sul cui set si conobbero) e la cosiddetto trilogia tedesca composta da ‘La caduta degli dei’ (1969), ‘Morte a Venezia’ (1971) e ‘Ludwig’ (1973).
Gli esordi
Helmut Berger, pseudonimo di Helmut Stein Berger, era nato a Bad Ischl (Salisburgo) il 29 maggio 1944 da una famiglia di albergatori. A 18 anni si era trasferito a Londra, dove aveva iniziato a posare come modello, poi si era spostato a Roma. L’incontro con Visconti fu decisivo ma lasciò anche un grande vuoto quando il regista morì a 70 anni nel 1976.
La depressione
Berger attraversò un lungo periodo di depressione e la sua carriera non tornò più alle vette raggiunte con Visconti. Ma i ruoli offerti da registi importanti non gli mancarono: nel 1990 Francis Ford Coppola lo scritturò per Il Padrino III nel ruolo di Keinszig, un potente banchiere svizzero; Claude Chabrol lo volle nell’adattamento televisivo del romanzo Fantomas; nel 1992 lavora Madonna lo chiama per il video musicale di Erotica; nel 2014 è nel cast del film francese ‘Yves Saint Laurent’, con la regia di Bertrand Bonello, in cui impersona l’acclamato stilista francese, nei suoi ultimi anni di vita.
Il documentario sulla sua vita
Nel 2015 aveva fatto discutere alla Mostra del Cinema di Venezia il documentario Helmut Berger, Actor di Andreas Horvath che lo riprendeva nella sua casa malmessa alla periferia di Salisburgo, tra farmaci e bottiglie di vodka vuote, in uno stato spesso di alterazione tra urla rabbiose e varie oscenità.
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