Entro la fine del 2023 la Dop economy produrrà valore per oltre 20 miliardi di euro. È quanto è emerso a Italia Next Dop, il primo simposio scientifico delle filiere Dop e Igp organizzato dalla Fondazione Qualivita insieme a Origin Italia, Csqa, Agroqualità e Ipzs. Tra Dop e Igp, l’Italia oggi conta 845 produzioni a indicazione geografica, per un valore di 19,1 miliardi di euro, di cui 10,7 miliardi generati dall’export, cresciuto del 12,8%. I consorzi di tutela sono 291, i produttori impegnati oltre 198.800.
«Le Indicazioni geografiche – ha detto il direttore generale Crea, Stefano Vaccari – sono il pilastro dell’economia agroalimentare italiana grazie alla costante innovazione e alla sempre maggiore sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni». Con i suoi scienziati, il Crea lavora in stretta collaborazione con molti dei consorzi e dei produttori, con l’obiettivo di migliorare i metodi di produzione e l’impatto ambientale pur mantenendo i caratteri distintivi dei prodotti tradizionali. Per esempio, lavora al miglioramento genetico delle filiere dell’olivo, della frutta e degli agrumi, così come al miglioramento delle filiere vitivinicole. La ricerca del Crea guarda anche ai formaggi, con il progetto Newtech per la lotta alla contraffazione nelle produzioni Dop, ma anche allo sviluppo di sistemi digitali di supporto e ottimizzazione della gestione fitopatologica
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